CREATIVITÀ:
VISIONARIA CON I PIEDI PER TERRA

IL PENSIERO DIVERGENTE

“La creatività è la capacità di connettere elementi che già esistono, ma in modo utile e nuovo”.

Così affermava il matematico e fisico Henri Poincaré, sintetizzando un approccio metodologico allo studio dei processi mentali e ponendo l’accento su due elementi che sono fondamentali nel caso della comunicazione commerciale e pubblicitaria: l’innovazione e l’utilità, ovvero la rilevanza.

L’approccio creativo sta vivendo un’epoca di grande trasformazione, contestualmente all’evoluzione delle abitudini di consumo, di interazione e di comunicazione da parte degli individui, da un lato, e ai veloci cambiamenti in ambito di tecnologie e di media, dall’altro.

Come sempre, l’obiettivo è di attirare l’attenzione del consumatore, veicolando un messaggio capace di rimanere impresso nella mente e di invogliare all’acquisto di un prodotto o un servizio.
Sostanzialmente invariati restano anche i processi che portano allo sviluppo delle idee, che sono stati a lungo
oggetto di osservazione e studio.
Il percorso creativo si concretizza, infatti, attraverso varie forme di ragionamento: dal processo induttivo, che muove dal particolare al generale, a quello deduttivo, che compie il percorso opposto, fino alla valutazione delle possibili connessioni per analogia.

Ciò che cambia, in un contesto in cui l’individuo è costantemente sottoposto ad un’overdose di sollecitazioni, sono le modalità con cui si rende indispensabile conseguire gli obiettivi, coinvolgendo il consumatore, accompagnandolo in esperienze sensoriali, proiettandolo in realtà aspirazionali, prospettandogli soluzioni personalizzate, sollecitandone la complicità prima ancora dell’adesione a una proposta di vendita. In questa ottica, la ricerca linguistica deve culminare con la fascinazione e la motivazione all’acquisto.

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